Programma 2023

TI RACCONTO UN LIBRO 2023

XXI EDIZIONE

INCONTRI CON L’AUTORE
I protagonisti della letteratura, del giornalismo, della cultura italiana ed internazionale presentano la loro produzione letteraria.

Incontri e letture  ad alta voce per avvicinare ed appassionare alla lettura nel modo più diretto e semplice possibile, attraverso l’incontro con scrittori, narratori e poeti, creando così una comunicazione più immediata tra “chi scrive” e “chi legge”. La scelta di offrire incontri diretti con gli autori e la loro opera, senza la mediazione di critici o relatori, è  un’ulteriore occasione per proporre l’iniziativa come laboratorio creativo.

aprile – dicembre
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LEZIONI D’AUTORE
Percorsi di lettura e incontri nelle scuole con scrittori della nuova generazione.

“Se io offro un libro a un giovane, che suppongo significhi una persona con un certo margine di inesattezza su se medesimo, non mi interessa offrirgli un libro di insuperabile bellezza, quanto un libro che lo innamori…” così scrive Giorgio Manganelli, e le sue parole esemplificano lo scopo di questa proposta: promuovere la lettura tra i giovani partendo dai temi e dai modi di esprimersi a loro più vicini, come occasione per far comprendere che leggere e scrivere possono essere un importante momento di osservazione e di riflessione sulla realtà.

aprile – dicembre
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LIBERI DI LEGGERE
Percorsi di lettura e incontri con l’autore negli istituti carcerari.

“Come la poesia dà la musica ai tamburi delle tribù, così le parole aggiungono il suono, danno la libertà”. Eugenio Montale
In un luogo di restrizione come il carcere, dove tutto è scelto da altri, la scelta di un libro da leggere è un elemento importante. La lettura diventa così un momento “di evasione e di libertà” ma anche un utile strumento per tenere viva l’intelligenza e per elaborare un nuovo senso della vita. La possibilità di interloquire direttamente con gli scrittori sarà l’occasione per affinare la capacità di lettura ed interpretazione.

aprile – dicembre
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SCRITTI DI CUORE
L’amore e le parole per raccontarlo
ciclo di incontri a tema

La lettura e la scrittura sono elementi chiave per accedere alla conoscenza e producono importanti effetti sulla società. “SCRITTI DI CUORE – l’amore e le parole per raccontarlo” nasce proprio dalla convinzione che leggere e scrivere siano attività sociali ancora prima che filosofiche o scientifiche perché producono esperienze condivise, incontri che suscitano altri incontri, generando un circolo virtuoso che ci pone gli uni davanti agli altri.

Saranno le voci di autorevoli scrittori e giornalisti a raccontare le varie forme dell’amore, occasioni importanti per favorire anche quella nobile pratica ormai dimenticata dalla nostra società che è rappresentata dall’educazione sentimentale, intesa come insegnamento all’armonica e sana relazione con l’altro, qualunque sia la natura del rapporto umano che si coltiva.

aprile – dicembre

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GIORNALISMO D’INCHIESTA
Incontri con esperti dell’informazione.

“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l’unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”. Joseph Pulitzer (1847-1911) Fondatore Premio Pulitzer
L’immagine del giornalismo, quello vero, spesso è legata indissolubilmente al concetto d’inchiesta. Il giornalista è colui che prima indaga e poi racconta, è colui che scava, ricerca, è l’archeologo della notizia. Ma si fa ancora inchiesta al giorno d’oggi? O, meglio, chi fa inchiesta oggi? Sono pochissimi i professionisti della notizia che si lanciano in prima persona nella raccolta delle informazioni originali, con la ricerca personale delle fonti e con l’elaborazione di reportage unici e capaci di svelare aspetti del tutto inusitati del problema affrontato. È il giornalismo d’inchiesta, per molti, l’unico vero modo di essere giornalisti e non solo “funzionari dell’informazione”.
Gli appuntamenti vedranno la partecipazione di giornalisti, fotoreporter, scrittori, video operatori, con incontri, dibattiti e presentazioni librarie. Si parlerà di mafia e di criminalità organizzata, di terrorismo e stragi, servizi deviati, politica internazionale ma soprattutto del ruolo che l’informazione oggi deve avere.

aprile – dicembre
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APPUNTAMENTO INAUGURALE

RUBARE LA NOTTE
incontro con ROMANA PETRI
candidata al Premio Strega 2023 

Tutti lo sanno: Antoine de Saint- Exupéry ha scritto Il piccolo principe, uno dei romanzi più popolari del mondo. Quello che tutti non sanno è che Antoine, familiarmente Tonio, è un personaggio che vale da solo una grande storia. Ed è la storia che Romana Petri ha scritto con la febbre e la furia di chi si lascia catturare da un carattere e lo fa suo, anzi lo ruba, tanto che il documento prende più che spesso la forma dell’immaginazione. Orfano di padre, Tonio vive un’infanzia felice nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens, amato, celebrato, avviluppato al mostruoso quasi ossessivo amore per la madre; un’infanzia che gli resta incollata all’anima per tutta la vita, fin da quando, straziato, vede morire il fratello più giovane. L’infanzia lo tallona come un destino quando, esaltato, comincia a volare, pilota civile e pilota militare, quando si innamora tanto e tante volte, quando si trasferisce in America, quando scrive, persino quando si schiera e sceglie di combattere per un’idea di Francia che forse è sua e solo sua. Dove sia andato Tonio, non sappiamo, nei cieli in fiamme del 1944. Sappiamo che ci ha lasciato le stelle della notte, il sogno di una meraviglia che non si è mai consumata, il bambino che lui ci invita a riconoscere eterno dentro di noi.Romana Petri costruisce e decostruisce, sgretola le regole della biografia, evoca e racconta amori, amicizie e sgomenti come dettagli di un appetito d’avventura mai sazio, si muove fra le date e dentro la Storia alla sola ricerca del principe che ha sconfitto la notte ed è entrato volando nell’infinito.

Romana Petri, vive a Roma. Tra le sue opere, Ovunque io sia (2008), Ti spiego (2010), Le serenate del Ciclone (2015, premio Super Mondello e Mondello Giovani), Il mio cane del Klondike (2017), Pranzi di famiglia (2019, premio The Bridge), Figlio del lupo (2020, premio Comisso e premio speciale Anna Maria Ortese-Rapallo), Cuore di furia (2020), La rappresentazione (2021) e Mostruosa maternità (2022). Traduttrice e critico, collabora con “Io Donna”, “La Stampa”, “il Venerdì di Repubblica” e il “Corriere della Sera”. I suoi romanzi sono tradotti in Inghilterra, Stati Uniti, Francia, Spagna, Serbia, Olanda, Germania e Portogallo (dove ha lungamente vissuto).

18 APRILE ORE 18.30 - SALA ALPHAVILLE CAMPOBASSO

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 LA VITA DI CHI RESTA
incontro con  MATTEO B. BIANCHI 

“Sono rari gli scrittori che hanno il coraggio di vivere e diventano abbastanza bravi per raccontarlo. A volte impiegano molti anni, e allora succede che un libro, questo libro, illumini tutto il percorso fatto fin lì, e si riveli il loro capolavoro” Paolo Cognetti

“Quando torni io non ci sarò già più.” Sono le ultime parole di S. a Matteo, pronunciate al telefono in un giorno d’autunno del 1998. Sembra una comunicazione di servizio, invece è un addio. S. sta finendo di portare via le sue cose dall’appartamento di Matteo dopo la fine della loro storia d’amore. Quel giorno Matteo torna a casa, la casa in cui hanno vissuto insieme per sette anni, e scopre che S. si è tolto la vita. Mentre chiama inutilmente aiuto, capisce che sta vivendo gli istanti più dolorosi della sua intera esistenza.

Da quegli istanti sono passati quasi venticinque anni, durante i quali Matteo B. Bianchi non ha mai smesso di plasmare nella sua testa queste pagine di lancinante bellezza.

Nei mesi che seguono la morte di S., Matteo scopre che quelli come lui, parenti o compagni di suicidi, vengono definiti sopravvissuti. Ed è così che si sente: protagonista di un evento raro, di un dolore perversamente speciale. Rabbia, rimpianto, senso di colpa, smarrimento: il suo dolore è un labirinto, una ricerca continua di risposte – perché l’ha fatto? -, di un ordine, o anche solo di un’ora di tregua. Per placarsi tenta di tutto: incontra psichiatri, pranoterapeuti, persino una sensitiva. E intanto, come fa da quando è bambino, cerca conforto nei libri e nella musica. Ma non c’è niente che parli di lui, nessuno che possa comprenderlo.

Lentamente, inizia a ripercorrere la sua storia con S. – un amore nato quasi per sfida, tra due uomini diversi in tutto -, a fermare sulla pagina ricordi e sentimenti, senza pudore. Ecco perché oggi pubblica questo libro, perché allora avrebbe avuto bisogno di leggere un libro così, sulla vita di chi resta. Ma c’è anche un altro motivo: “In me convivono due anime” scrive, “la persona e lo scrittore”. La persona vuole salvarsi, lo scrittore vuole guardare dentro l’abisso. Per vent’anni lo scrittore che c’è in Matteo ha cercato la giusta distanza per raccontare quell’abisso. E quando si è trovato nel punto di equilibrio, da lì, da quella posizione miracolosa, ha scritto queste parole, che, seppur lucidissime, sgorgano con la forza e la na

turalezza dell’urgenza. Ciò che stiamo consegnando nelle mani di chi legge è un dono, sì, ma un dono di straordinaria gravità. Eppure, ognuna di queste pagine contiene un germe di futuro, la testimonianza di come, persino nelle pieghe di un dolore indicibile, la scrittura possa ancora salvare.

Matteo B. Bianchi ha pubblicato i romanzi Generations of love, Fermati tanto così, Esperimenti di felicità provvisoria (Baldini & Castoldi), Apocalisse a domicilio (Marsilio), Maria accanto (Fandango) e la biografia Yoko Ono. Dichiarazioni d’amore per una donna circondata d’odio (Add). Ha scritto programmi per la radio e la tv. Ha fondato e dirige la rivista di narrativa indipendente “‘tina”. Per Storielibere.fm conduce il podcast letterario “Copertina”. È il direttore editoriale di Accento edizioni.

27 APRILE ORE 18.30 - CIRCOLO SANNITICO CAMPOBASSO

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INNAMORATO
incontro con MARCO DRAGO 

«Quando scrive Marco Drago ci sentiamo a casa, per forza: è uno scrittore che sta dentro di noi, da qualche parte, rimpiattato, come le pene della nostra adolescenza, di cui parla questo libro». Sandro Veronesi 

“Marco Drago scava nella profondità delle nostre semplici vite e delle nostre personali ossessioni con un’intelligenza libera, coraggiosa e gentile. E la sua scrittura è splendida come il mare e sveglia come i ragazzi quando hanno fame». Dario Voltolini 

«Un’ossessione, se ben gestita, non fa male a nessuno, basta sapere di che cosa si tratta e ormai io lo so di che cosa si tratta, in quarant’anni le fasi dell’ossessione le ho passate tutte almeno dieci volte».

Si può davvero pensare per tutta la vita al primo amore nato e cresciuto sui banchi di scuola? Il narratore di questa storia a quell’amore pensa almeno una volta al giorno da così tanto tempo che quasi non se ne rende più conto. E allora prova a scriverne allenando il muscolo della memoria, ricavando dal pozzo profondo dei ricordi piccoli sorsi di un’epoca consegnata alla storia, piccoli sorsi di vita forse vissuta e forse immaginata. Ne risulta una messa a nudo coraggiosa e rara della passione e dei sentimenti maschili, una confessione sincera che non cede mai all’autocommiserazione e che con lucidità e distacco non sfoca le ragioni e la potenza degli altri personaggi e del mondo attorno. Innamorato è un affresco asciutto e ironico sull’essere adolescenti nella profonda provincia italiana degli anni Ottanta, accompagnato dalla musica, la moda e gli stili di vita di un decennio indimenticabile per chi l’ha vissuto.

Marco Drago, (Canelli, 1967) è scrittore, traduttore e conduttore radiofonico. Ha fondato e diretto per quasi vent’anni la rivista letteraria «Maltese narrazioni». È autore della raccolta di racconti L’amico del pazzo (1998) e dei romanzi Cronache da chissà dove (2000), Domenica sera (2001), Zolle (2005) e La prigione grande quanto un paese (2013). Da oltre vent’anni lavora per la radio (Rai, Radio24 e Radio della Svizzera Italiana) e fa parte della factory artistica Istituto Barlumen.

12 MAGGIO ORE 18.30 - SALA CINEMA ALPHAVILLE CAMPOBASSO

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LA MIA BABELE
incontro con MARCELLO FOIS 

Una nascita rocambolesca, un battesimo in articulo mortis che gli regala almeno tre nomi, un’infanzia da predestinato alla gloria in quanto figlio unico, un difficile apprendistato da «sardoparlante» (per di più con gli occhiali) nella scuola di lingua italiana, una precoce lettura del Conte di Montecristo senza sapere cosa fosse un abate… La storia del protagonista di questo libro, che forse ne è anche l’autore, è segnata da un’incessante lotta con l’angelo, e l’angelo è il linguaggio. Inutile stupirsi se, dopo un breve e infelice passaggio a Medicina, la scelta sarà laurearsi in Italianistica, in una Bologna illuminata dalla predicazione laica di Ezio Raimondi, per poi diventare scrittore, per di più tradotto all’estero. Si aprono così le porte di una Babele popolata di esseri strani, i traduttori, il cui compito preciso sembra essere travisare ciò che scrivi, ma nel modo giusto: perché tradurre significa tradire, per far vivere il testo non solo in un’altra lingua ma in un’altra cultura. E il testo, si suppone, ringrazia; ma l’autore? La vita diventa letteratura, che a sua volta innerva la vita: accade nelle pagine di questo memoir letterario in cui si rincorrono ricordi d’infanzia e storia sociale, incontri e autoanalisi, avventure in terra italiana e straniera e riflessioni attraverso le lingue, non solo d’Europa. In un racconto che per esser vero non è tuttavia meno apocrifo, Marcello Fois conduce il lettore all’appuntamento più importante, quello con la parola giusta, capace di illuminare una pagina come una vita.

Marcello Fois scrittore, è nato a Nuoro e vive a Bologna da molti anni. Laureato in Italianistica, è un autore prolifico, non solo in ambito letterario, ma anche nel campo teatrale, radiofonico e della fiction televisiva. Esordisce nel 1992 con il romanzo Picta, vincitore del Premio Italo Calvino, e Ferro recente. A questi sono seguiti numerosi altri libri (e altri premi), tra cui Nulla (Il Maestrale, 1997, Premio Dessì), Sempre caro (Il Maestrale – Frassinelli 1998, Premio Scerbanenco-Noir in festival e Premio Zerilli-Marimò, poi ripubblicato da Einaudi nel 2009), Gap (Frassinelli, 1999), Sangue dal cielo (Il Maestrale – Frassinelli, 1999), Dura madre (Einaudi, 2001), Piccole storie nere (Einaudi, 2002), L’altro mondo (Frassinelli-Il Maestrale, 2002), Materiali (Il Maestrale, 2002), Tamburini (Il Maestrale, 2004), Memoria del vuoto (Einaudi, 2007, Premio Super Grinzane Cavour, premio Volponi e premio Alassio), Stirpe (Einaudi, 2009), Nel tempo di mezzo (Einaudi 2012, finalista al Premio Strega e al Premio Campiello), L’importanza dei luoghi comuni (Einaudi 2013), Luce perfetta (Einaudi 2015), Quasi Grazia (Einaudi 2016), Del dirsi addio (Einaudi 2017). Del 2006 è la raccolta di poesie L’ultima volta che sono rinato. Nel 2014 esce per Rizzoli I semi del male, scritto con Carlo Bonini, Sandrone Dazieri, Giancarlo De Cataldo, Bruno Morchio ed Enrico Pandiani. Come sceneggiatore ha lavorato alle serie televisive Distretto di polizia e Crimini, e ad alcuni film, tra cui ricordiamo Ilaria Alpi (regia di Ferdinando Vicentini Orgnani, 2003), Certi bambini (regia di Andrea e Antonio Frazzi dal romanzo di Diego De Silva, 2003) e L’ultima frontiera (regia di Franco Bernini, 2006). Con Giulio Angioni e Giorgio Todde è fra i fondatori del festival letterario L’isola delle storie di Gavoi.

27 MAGGIO ORE 18.30 - SALA CINEMA ALPHAVILLE CAMPOBASSO

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DOVE NON MI HAI PORTATA
incontro con MARIA GRAZIA CALANDRONE
candidata al Premio Strega 2023 

1965. Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. 2021. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita. Dove non mi hai portata è un libro intimo eppure pubblico, profondamente emozionante e insieme lucidissimo. Attraversando lo specchio del tempo, racconta una scheggia di storia d’Italia e le vite interrotte delle donne. Ma è anche un’indagine sentimentale che non lascia scampo a nessuno, neppure a chi legge. Quando Lucia e Giuseppe arrivano a Roma è l’estate del 1965. Hanno con sé la figlia di otto mesi, sono innamorati, ma non riescono a liberarsi dall’inquietudine che prova chi è braccato. Perché Lucia è fuggita da un marito violento che era stata costretta a sposare e che la umiliava ogni giorno, e ha tentato di costruirsi una nuova vita proprio insieme a Giuseppe. Per la legge dell’epoca, però, la donna si è macchiata di gravi reati: relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di scivolare nelle acque del Tevere in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese, confidando nel fatto che qualcuno si prenderà cura di lei. Piú di cinquant’anni dopo quella bambina, a sua volta diventata madre, si mette in viaggio per ricostruire quello che è davvero successo ai suoi genitori. Come una detective, Maria Grazia Calandrone ricostruisce la sequenza dei movimenti di Lucia e Giuseppe, enumera gli oggetti abbandonati dietro di loro, s’informa sul tempo che impiega un corpo per morire in acqua e sul funzionamento delle poste nel 1965, per capire quando e dove i suoi genitori abbiano spedito la lettera a «l’Unità» in cui spiegavano con poche parole il loro gesto. Dopo Splendi come vita, in cui l’autrice affrontava il difficile rapporto con la madre adottiva, Dove non mi hai portata esplora un nodo se possibile ancora piú intimo e complesso. Indagando la storia dei genitori grazie agli articoli di cronaca dell’epoca, Calandrone fa emergere il ritratto di un’Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga. Fino a pagare con la vita la sua scelta d’amore.

Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice per la Rai. Scrive per il «Corriere della Sera» e tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri. Con i suoi libri di poesia ha vinto importanti premi. La sua ultima opera, Splendi come vita (Ponte alle Grazie 2021), è entrata nella dozzina del Premio Strega. Per Einaudi ha pubblicato Dove non mi hai portata (2022) candidato al premio Strega 2023.

31 MAGGIO ORE 18.30 - SALA CINEMA ALPHAVILLE CAMPOBASSO

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LIBRINTAVOLA
incontri con cena
La dieta mediterranea tra innovazione e tradizione
incontro con RENATA BRACALE 

Ricette mediterranee che arrivano dalla tradizione partenopea, in special modo dalle consuetudini culinarie di questa famiglia del Sud, i Bracale, come viene raccontato in uno storytelling efficace. Dalla nonna Renata, madrina delle ricette originali, questo lessico familiare viene rivisitato e modificato dalla nutrizionista nipote per seguire e presentare, agli amanti della buona cucina, un modello più corretto dal punto di vista nutrizionale, da poter portare a tavola ogni giorno.
Un ricettario prezioso, dunque, che senza rinunciare alle tradizioni ha cura e attenzione per tutti: si va infatti dalle ricette a base di latte e derivati, di carne, di pesce, al gluten free, al lattosio free per finire con alcune ricette vegane. Un libro intriso di “passione, didattica, dolcezza, creatività, leggerezza partenopea, ed efficienza meneghina, amore per la vita, sfrenata generosità, saggezza e candore”, ha scritto Claudia De Lillo nella presentazione.

Renata Bracale, è nata a Napoli il 29 marzo del 1973. Biologa nutrizionista si è laureata con lode presso l’Università degli studi di Napoli Federico II e si è successivamente specializzata presso il medesimo ateneo in scienza dell’alimentazione. Ha seguito un corso di marketing sanitario presso l’Università Bocconi di Milano ed ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in farmacologia presso l’Università degli Studi di Milano. E’ Professore Associato in Nutrizione Umana presso l’Università degli Studi del Molise. È autrice di numerose pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali, ed è altresì coautrice in numerosi capitoli di libri nel settore della nutrizione umana. È membro della Società Italiana dell’Obesità e della Società Italiana di Nutrizione Umana. Ha vinto diversi premi per le ricerche che ha condotto in campo nutrizionale spaziando dall’obesità genetica, alla ricerca di target farmacologici per l’obesità, a studi sulle abitudini alimentari di diverse popolazioni italiane ed agli effetti di alcuni nutrienti sull’uomo. Ha partecipato a numerosi congressi nazionali ed internazionali e compare in diverse trasmissioni televisive a carattere scientifico divulgativo. Vive tra Napoli, Milano e Campobasso; è sposata con Michele Rossi ed ama cucinare per la sua famiglia ed i suoi amici. Pratica Yoga, tennis e sci.

13 GIUGNO ORE 18.30

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DALLA PARTE DI ALBA
incontro con MICHELA MONFERRINI

Un’anziana scrittrice riceve nel suo appartamento parigino una studentessa di Lettere e nel dialogo con lei riaccende le stanze dell’infanzia, le avventure della giovinezza, le pagine della maturità. Figlia di un diplomatico cubano e di un’ammirata donna della borghesia romana, Alba de Céspedes ha trascorso una vita in bilico tra continenti e rivoluzioni, all’inseguimento dei suoi genitori, alla ricerca dei suoi personaggi, alla conquista di una stanza tutta per sé per dedicarsi a ciò a cui si sentiva destinata fin da bambina: scrivere, scrivere, scrivere. Carica di storia — il nonno, poeta e combattente, è stato il primo presidente in armi di Cuba — ha attraversato il Novecento in prima persona, prestando la voce alla Resistenza e il cuore a uomini che non potevano capirla fino in fondo. Intrecciati a zie e maggiordomi, amanti e conoscenti, amici e cartomanti, fanno la loro comparsa tra le righe Natalia Ginzburg e Simone de Beauvoir, Thomas Mann e Fidel Castro, Benedetto Croce e Italo Calvino, ma soprattutto le ombre letterarie dei suoi personaggi femminili. Alba de Céspedes diventa qui a sua volta protagonista di un romanzo che è anche una riflessione sul senso della scrittura come eredità di una vita.

Michela Monferrini (Roma, 1986) è autrice di due guide letterarie dedicate alla Napoli di Raffaele La Capria (Conosco un altro mare, Perrone 2012) e al Portogallo di Antonio Tabucchi (Cercando Tabucchi, Postcart 2016), e del ritratto Grazia Cherchi (Ali&No, 2015). Ha pubblicato il romanzo Chiamami anche se è notte (Mondadori 2014, finalista Calvino 2012 e Zocca 2015) e, per ragazzi: L’altra notte ha tremato Google Maps (Rrose Sélavy 2016, Premio Simpatia per l’impegno nel sociale 2017 e finalista Gigante delle Langhe 2018) e Charlotte Brontë, tre di sei (rueBallu, 2018). Il suo ultimo libro è Muri maestri (La nave di Teseo, 2018).

16 GIUGNO ORE 18.30 - SALA CIRCOLO SANNITICO CAMPOBASSO

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SU UN ALTRO PIANETA
C’è un futuro per l’umanità fuori dalla Terra?
incontro con AMEDEO BALBI

L’immagine più bella che gli astronauti hanno colto dalla Luna è stata quella della Terra. Fulgida e azzurra nel buio più nero, delicata, come vivente. Qualcosa di unico nello Spazio sconfinato. Eppure noi umani siamo spesso inebriati dal sogno di lasciarla per trasferirci su altri pianeti. In principio fu la fantascienza: nel 1966, mentre il programma Apollo era in pieno svolgimento, negli USA andava in onda per la prima volta la serie tv Star Trek in cui la nave stellare Enterprise viaggiava alla ricerca di «strani, nuovi mondi». Lo stesso sogno è alimentato oggi dai piani avveniristici dei nuovi imprenditori spaziali, e offerto come possibile risposta ai cambiamenti climatici e ad altre minacce per la sopravvivenza dell’umanità. Ma – si domanda Amedeo Balbi, astrofisico e apprezzato divulgatore scientifico – è realistico pensare di fondare colonie umane su altri pianeti o satelliti? Quali sono le difficoltà tecniche da affrontare? Come ci si può adattare ai nuovi ambienti? E, soprattutto, ne vale la pena? Questo libro accompagna il lettore in un affascinante e inedito percorso fra immaginazione e scienza analizzando ogni aspetto delle sfide che andrebbero affrontate per insediarsi su altri pianeti, dai tempi di trasferimento alla disponibilità di risorse, dalle richieste energetiche ai rischi per la salute. Allo stesso tempo è una riflessione profonda sul senso della scienza, sui limiti del progresso e sul rapporto fra l’Universo e l’umanità, un invito ad apprezzare la bellezza e la straordinarietà della nostra casa nel cosmo.

Amedeo Balbi astrofisico, insegna all’Università di Roma Tor Vergata. A fianco della ricchissima esperienza accademica, da anni racconta con passione la bellezza della scienza al grande pubblico. Partecipa a programmi radio e tv, ha scritto per diverse testate tra cui «la Repubblica», «La Stampa», e «il Post», e tiene una rubrica mensile su «Le Scienze». Fra i suoi libri: Cercatori di meraviglia (Rizzoli 2014; Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica 2015), Dove sono tutti quanti? (Rizzoli 2016), L’ultimo orizzonte (UTET, 2019; Premio Asimov 2021) e Inseguendo un raggio di luce (Rizzoli 2021). Da tre anni ha aperto con successo un canale YouTube di divulgazione scientifica.

SETTEMBRE 

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SCRITTODICUORE
Concorso nazionale di scrittura rivolto agli istituti carcerari
VII EDIZIONE
Cerimonia di premiazione

“Quando scrivo mi sento libero anche se lo faccio su un foglio a quadretti” 

Nei luoghi di reclusione si scrive per capirsi di più, per esprimere speranza e un senso di libertà che, altrimenti, non è consentito. Si scrivono lettere, diari, poesie e canzoni, come in nessun altro luogo.
La lettera nel sistema carcerario è un importante strumento indiretto di contatto con l’esterno. La scrittura di una lettera “scritta di cuore” comporta inevitabilmente una riflessione rispetto ai soggetti e oggetti d’amore che hanno coinvolto, dal punto di vista emotivo e sentimentale, lo scrivente nel corso della vita. Il concorso intende far emergere l’affettività dei detenuti che da sempre trova nella scrittura la migliore forma di espressione.
La giuria è composta da autorevoli scrittori che all’amore e ai sentimenti hanno dedicato numerose pagine delle loro opere: Lorenzo Marone (scrittore), Camilla Baresani (scrittrice e giornalista), Anna Giurikovich Dato (scrittrice e giornalista).

OTTOBRE – NOVEMBRE 

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LA MALEDIZIONE DI RASPUTIN
incontro con SERGIO KRAISKY 

Dalla Rivoluzione di ottobre al nazismo, attraverso tragedie private e sogni di redenzione, i destini di Pavel Krotovskij e Sigrid Schmidt, un ebreo russo e un’ebrea tedesca, finiranno per incrociarsi dopo aver peregrinato tra Unione Sovietica, Italia, Germania, Romania, Afghanistan, Brasile. Una storia d’amore segnata dai soprusi delle dittature e dal cinismo delle democrazie. Fino a ritrovarsi tutti, vivi e morti, a scambiarsi accuse, rimpianti e perdoni fino alla fine del tempo. “La maledizione di Rasputin”, la cui ombra grava sulla storia del secolo passato e sul presente, segna lungo tre generazioni le vicende narrate in queste pagine.

Sergio Kraisky, romano, sociologo, per oltre trent’anni ha insegnato italiano a stranieri e immigrati tra illusioni umanitarie e inevitabili disillusioni . Ha pubblicato apocrifi holmesianie e racconti in antologie sul giallo e noir (Sonzogno, Fabbri, Mondadori, Alacràn). Nel 2003 è uscito per DeriveApprodi il romanzo distopico Animali da cortile . Al momento lavora su due romanzi che da troppi anni attendono di essere scritti.

OTTOBRE 

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ROMANZO SENZA UMANI
incontro con PAOLO DI PAOLO 

Libro in uscita 

Paolo Di Paolo è nato nel 1983 a Roma. Ha pubblicato i romanzi Raccontami la notte in cui sono nato (2008), Dove eravate tutti (2011; Premio Mondello e Super Premio Vittorini), Mandami tanta vita (2013; finalista Premio Strega), Una storia quasi solo d’amore (2016), Lontano dagli occhi (2019) Premio Viareggio-Rèpaci, tutti nel catalogo Feltrinelli e tradotti in diverse lingue europee. Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, di cui ha curato Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010), e Nanni Moretti. È autore di testi per bambini, fra cui La mucca volante (2014; finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi) e I Classici compagni di scuola (Feltrinelli, 2021), e per il teatro. Scrive per “la Repubblica” e per “L’Espresso”.

OTTOBRE 

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Libro in uscita
incontro con LORENZO MARONE 

Lorenzo Marone è nato a Napoli, dove vive, nel 1974. Ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi 2015, Premio Stresa 2015, Premio Scrivere per amore 2015, Premio Caffè Corretto – Città di Cave 2016), che ha ispirato il film La tenerezza, diretto da Gianni Amelio; La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi 2016, Premio Como 2016), da cui è stato tratto il film omonimo; Magari domani resto (Feltrinelli 2017, Premio Selezione Bancarella 2017); Un ragazzo normale (Feltrinelli 2018, Premio Siani 2018); Tutto sarà perfetto (Feltrinelli 2019), La donna degli alberi (Feltrinelli 2020, Premio Prata 2021) e il saggio Cara Napoli (Feltrinelli 2018). Per Einaudi ha pubblicato Inventario di un cuore in allarme (2020) e Le madri non dormono mai (2022). Nel 2021 ha pubblicato il racconto Il bosco di là all’interno della collana «Il bosco degli scrittori» di Aboca Edizioni. Ha una rubrica domenicale, «I Granelli», su «la Repubblica» di Napoli, e collabora con «tuttolibri». È tradotto in diciassette Paesi.

NOVEMBRE  

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PREMIO LETTERARIO “MICHELE BULDRINI”
XXI EDIZIONE
Cerimonia di premiazione 

Da qualche anno si è scelto di far confluire le sezioni Scuola e Giovani in un’unica sezione dedicata ai giovani di età compresa tra i 16 e i 36 anni. Un modo più innovativo di intendere e promuovere la scrittura che punta a far confrontare tra loro “giovani scrittori” di formazione diversa, in linea con l’idea che il talento possa esprimersi al meglio in un contesto culturale più ampio e libero da vincoli dettati dalle fasce di età.
La prestigiosa giuria è composta da alcuni dei maggiori esponenti della narrativa italiana contemporanea: Diego de Silva, Teresa Ciabatti, Marcello Fois, Ivan Cotroneo, Guido Catalano e Antonio Pascale.

NOVEMBRE – DICEMBRE 

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